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Legati da una Cintola

L’Assunta di Bernardino Daddi e l’identità di una città

Prato, antica città a pochi km da Firenze, è conosciuta internazionalmente come una delle capitali tessili europee. A Prato leggenda, storia, cultura, fede e commercio hanno tramandato il racconto tratto da un testo apocrifo del V-VI secolo della Cintola della Vergine Maria, ora custodita quale reliquia nella Cappella del Duomo della città.  Secondo tale scritto la Madonna consegnò a san Tommaso la sua cintola prima di essere assunta in cielo e nel 1141 un mercante pratese, di nome Michele, la recuperò e la portò a Prato. Tale mistica narrazione nel Due e Trecento diede spunto e ispirazione agli artisti pratesi per varie opere pittoriche.
L’Amministrazione e la città di Prato, con l’orgoglio e la consapevolezza dell’unicità di una tematica così speciale e preziosa, hanno dato vita ad una splendida mostra dal titolo “Legati da una Cintola”, che coincide con l’inaugurazione del restaurato Monte de’ Pegni, area del Pretorio destinata ad esposizioni temporanee dove si conferma l’impegno per un Museo della Storia della Città. La rassegna rimarrà aperta fino al prossimo 14 gennaio 2018.
I curatori, Andrea De Marchi e Cristina Gnomi Mavarelli, hanno suddiviso in 7 sezioni i preziosi contenuti , che sono: Da Cabestany a Prato: genesi di un tema (1160-1337), La pala pratese di Bernardo Daddi restituita (Firenze 1290-1348), Bernardo Daddi narratore (1290-1348), La Sacra Cintola e le cinte profane (Pisa 1258-1284), L’Assunta e la Cintola: varianti nel Trecento toscano 1373-1452, L’Assunta e la Cintola: la tradizione seguente (1406-1469), Il culto e l’ostensione della Sacra Cintola a Prato e in Toscana (1604-1661).
La Cappella che custodisce gli 87 centimetri di broccato con cui venne cinto il ventre di Maria ha una cancellata di ferro battuto di Maso di Bartolomeo, risalente al 1442, e che ne impedisce normalmente l’accesso.

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