ART DÉCO IL TRIONFO DELLA MODERNITÀ

A Palazzo Reale di Milano e fino al 25 giugno 2025, curata da Valerio Terraroli, la mostra Art Déco Il trionfo della modernità che indica il decennio 1920-1930 in cui la modernità frenetica indusse a inventare un nuovo modo di vivere a partire dalle arti decorative e abbracciando la moda, il lusso estremo e magico, dai miti dall’Oriente a incontri fiabeschi o violenti con animali selvaggi. L’élite vuole dimenticare gli orrori della grande guerra e in modo assoluto si rivolge all’eleganza un po’ snobistica di tutto ciò che la circonda per non fare i conti con la banalità del quotidiano. Negli anni Dieci del secolo scorso, gli artisti captano per primi la metamorfosi del gusto e si ricorda Galileo Chini e Gustav Klimt e negli scultori i tagli diventano densi di forza espressiva come in quelle di Adolfo Wildt. In Francia dopo il successo dell’Expo 1925 a Parigi, il Déco riuscì a conquistare anche un pubblico piccolo- borghese e popolare in una più semplice versione. Hanno ampio spazio le creazioni decorative dalle ceramiche di Sèvres , a vetrate, a vasi smaltati a volte con linee che diventano geometriche per far sì che donne eleganti si muovano con fascino estremo come Wally Toscanini ritratta da Alberto Martini. Le donne si emancipano, tagliano i capelli, accorciano le gonne , semplificano gli abiti in linee dritte ma con preziose decorazioni e accessori-gioiello. La cultura Déco ha dato molto spazio anche a un mondo selvaggio, crudele ed esotico e molti artisti hanno creato e modellato animali di ogni genere e specie in bronzo, in pietra, in terraglia e in mosaico come quello di Pierre-Paul Jouve in cui una pantera nera è raffigurata nella lotta con un terribile pitone. Anche il misterioso Oriente è stato raffigurato in questo periodo con vari soggetti da cortei con uomini e animali sacri a danzatrici dei Templi. Gli anni trenta sono in arrivo e lo stile novecento toglie lentamente l’interesse per il Déco in Europa ma aprirà una nuova stagione negli Stati Uniti.

Testo e foto Giovanna Dal Magro

VISIONS IN MOTION GRAFFITI AND ECHOES OF FUTURISM

Echi e visioni

La Fabbrica del Vapore, uno spazio del Comune di Milano con la Dirigenza dell’Unità Progetti di Maria Fratelli, è un luogo per la realizzazione di interventi di promozione della creatività giovanile, di intrattenimento e di aggregazione. L’unicità di questo vasto spazio consiste nel fatto che le sue proposte sono dirette a un pubblico eterogeneo, composto da bambini, adolescenti, adulti con preparazione e cultura artistica varia.
Fino a marzo è in corso una mostra straordinariamente vitale, che trasmette una grande gioia, stupore, allegria e storia. Storia nei preziosi quadri dei Futuristi d’inizio ‘900, e allegria e colore sfrenato nei graffiti della fine dello stesso secolo, in un dialogo molto singolare tra i due movimenti artistici.
Visions in Motion-Graffiti and Echoes of Futurism è una coproduzione tra la Fabbrica del Vapore e Navigare srl, in collaborazione con Edoardo Falcioni e Maria Gregotti e con i testi di Elena Pontiggia e Angela Madesa. Tra i 16 Futuristi in mostra ci sono nomi di spicco, quali Giacomo Balla, Umberto Boccioni, Mario Sironi, Leonardo Dudreville, Fortunato Depero, Gerardo Dottori e Enrico Prampolini. Tra i 23 writers troviamo Jean-Michel Basquiat, Keith Haring, Blade, Futura 2000. Due artiste donne, la futurista Adriana Bisi Fabbri e la writer Lady Pink, si sono distinte entrambe in un mondo prevalentemente maschile. Il colore è fondamentale nei due movimenti, da cromie smorzate, che mettono in rilievo i movimenti dei futuristi, alle tonalità forti e contrastanti in segno di protesta contro una situazione grigia sia nel sociale che nella politica. Le sezioni sono 5, Dinamismo, Colore, Città, Ribellione, Eco e Ephemerus.

Paesaggi

Da Migliara a Pellizza da Volpedo

Dagli anni ‘20 del 1800 ai primi decenni del ‘900 in Piemonte e in Lombardia ci fu una significativa evoluzione nella pittura di paesaggio. Ed è questo il tema che la curatrice Elisabetta Chiodini ha svolto in modo approfondito e indagatore dando vita al Castello di Novara alla mostra Paesaggi. Realtà Impressione Simbolo. Da Migliara a Pellizza da Volpedo dal 1^ novembre 2024 al 6 aprile 2025 al Castello di Novara.
La mostra presenta oltre 70 quadri suddivisi in 9 sezioni provenienti da collezioni pubbliche e private. Queste opere rappresentano i paesaggi di campagne, di alte montagne, di laghi sereni e di mare, fino a quelli urbani del cuore di Milano, dame eleganti e silenziose in giardini fioriti, animali al pascolo tutti con luci e colori di varie sfumature e colori che provocano alla vista sensazioni molto diverse. METS Percorsi d’Arte ancora una volta ha portato un percorso così speciale a tutti i visitatori.

Equilibrio sul lavoro

La vita attraverso una finestra

Immaginare di assistere giorno dopo giorno a uno spettacolo lavorativo su un tetto e senza soluzione di continuità sembrerebbe molto inusuale.
Ma per una persona immobile in un letto d’ospedale questo evento mi ha aiutato a farmi passare delle ore interessanti e curiose, ogni giorno i lavori erano diversi, gli operai erano diversi, il materiale che veniva portato sul grande tetto era diverso e diverso era il tempo per cui diverse erano le luci.
Una strana esperienza che però è stata significativa in quel momento poco fortunato della mia vita.

Orticolario 2024

Orticolario

Ogni anno Orticolario, che nasce con l’intento di diffondere una ricercata cultura botanica del paesaggio, ci invita a un viaggio intorno alla natura e alle forme con cui si manifesta.

In questa edizione 2024 dedicata alla terra, ci ha fatto scoprire alcune piante che svolgono una funzione estremamente importante per la nostra sopravvivenza e per la terra. Si tratta delle piante utilizzate nella fitodepurazione, sistema naturale di depurazione delle acque reflue. C’è ne sono ben 400 specie e alcune sono comuni come il pioppo, la canapa, il girasole e le felci.

Questa edizione di Orticolario, che come sempre si è svolta nella splendida cornice di Villa Erba a Cernobbio, sul lago di Como, ha visto riuniti 250 espositori con un’ampia offerta di piante rare, insolite e da collezione e di artigianato artistico, oltre ai giardini e le installazioni ispirate al tema dell’anno e selezionate tramite il Concorso Internazionale Spazi Creativi. Molti anche i progetti d’arte e di design, gli incontri, le performance, le esperienze, i workshop e le attività per i bambini.

A vincere il premio “Per un Giardinaggio Evoluto 2024” è stato Michele De Lucchi, architetto, designer e fondatore di AMDL CIRCLE perché “nelle sue opere ha sempre saputo creare delle felici sintesi tra creatività e sensibilità per la natura”. Mentre l’installazione realizzata da Spazio STIHLSETA Sustainabile Environment and Textile Artwork”, si è aggiudicata il premio “La Foglia d’oro del Lago di Como” (ideato e realizzato in esclusiva per Orticolario da Gino Seguso della storica Vetreria Artistica Archimede Seguso di Murano).

Marina Abramovich

Between Breath and Fire

Si estende su 3.000 metri quadri il polo culturale a Bergamo
gres art 671 creato per ospitare grandi mostre, performances ed eventi vari e ha inaugurato il 14 settembre 2024 fino al febbraio 2025 la grande mostra dell’Artista più importante a livello mondiale Marina Abramovich.

Sono esposte 30 opere a partire da quelle storiche tra le quali Imponderabilia del 1977 fotografata da Giovanna Dal Magro, a quelle più recenti come l’opera-performance dedicata a Maria Callas, Seven Death.

È un’installazione cinematografica immersiva ispirata a sette celebri morti nell’opera, ognuna musicata da un assolo di Maria Callas e le immagini dove Marina interpreta questi personaggi accompagnata dall’attore Willem Dafoe in modo struggente ed emozionanante. In questa sezione sono esposti sei rilievi in alabastro e una fotografia e ogni opera è intitolata a una delle sette scene del film nell’attimo più cruento.

La mostra si intitola Between Breath and Fire, il respiro, il corpo la relazione con l’altro.

Costa Azzurra

Il viaggio perfetto

A chi mi chiede spesso qual è stato il più bel posto che ho visitato, nei cinque continenti, rispondo con difficoltà. Ogni viaggio ha avuto sorprese, bellezza, storia, religiosità, unicità, contrattempi, pericoli, incontri, delusioni, sempre con sfaccettature assolutamente diversissime. Ma il viaggio perfetto è stato l’ultimo nel febbraio 2019, appena un mese prima che scoppiasse il pandemonio del Covid. Avevo deciso che volevo viaggiare da sola, in luoghi che conoscevo, libera da qualsiasi appuntamento. Girare e trovare ancora quello che per me è più interessante del viaggiare. 

Con la perfetta organizzazione di Atout France sono partita sola soletta e mi sono fermata ad Antibes, Cannes e Marsiglia.

Arrivavo col treno Thello e, quando scendevo, tutto mi sembrava così nuovo e non conosciuto. Il tempo è stato magnifico, le luci taglienti e morbide. il vento profumato. Ad Antibes ho scoperto in fondo alla città l’opera Il Nomade. Me ne sono innamorata e tre volte sono andata a fotografarla in diverse ore del giorno. 

Sempre ad Antibes ho visitato il Museo archeologico, piccolo e prezioso, il vecchio quartiere di Safranier, esempio di comune libero.

A Cannes sono stata accolta, come in un caldo abbraccio, all’Hotel Barrière, per me il migliore di tutti, di fronte al Palazzo del Cinema, con la sua effervescente anima e, dietro, strade e stradine, mercatini e vita quotidiana. Infine Marsiglia città unica con storia, nuovissime architetture, anche in divenire e la vita al Vieux Port dove l’incanto può durare per ore. L’unico desiderio che ho è tornare, appena si potrà, in Costa Azzurra. Spero presto.

#cannesisyours
#lemajesticcannes
#barrieremoments
#CotedaazurFrance
#choosemarseille
#ExploreFrance

www.latitudeslife.com

Roberto Capucci

L’Enfant Prodige della Moda Italiana

Roberto Capucci ha appena festeggiato il suo novantesimo compleanno. Studiò all’Accademia di Belle Arti storia dell’arte, tecniche pittoriche, disegno, anatomia, e grafica e questo imprinting creativo è durato ininterrottamente dall’inizio della sua carriera iniziata dai suoi 20 anni.

Nell’ultimo trentennio ha creato opere e non solo abiti che hanno rotto la tradizione sartoriale e si possono considerare sculture e come artista fu invitato a partecipare alla Biennale di Venezia nel 1995. Si è ispirato sia al mondo vegetale e ai suoi elementi acqua, terra, aria e fuoco che ai colori del Beato Angelico, a dettagli sartoriali di Vittore Carpaccio, Tiziano e Tintoretto, a fianchi allargati come le donne di Diego Velázquez.

Queste stupefacenti creazioni furono esposte nel marzo 2009 al Palazzo Fortuny di Venezia e l’ambientazione non poteva essere più perfetta.

 

GIORGIO DE CHIRICO

Palazzo Reale Milano fino al 19 gennaio 2020

Giuseppe Maria Alberto Giorgio de Chirico nacque in Grecia nel 1888 da nobili genitori di origine italiana, visse e studiò ad Atene e successivamente da maestri privati imparò varie lingue e anche il linguaggio musicale.

A Monaco di Baviera e a Firenze De Chirico frequentò le rispettive Accademie di Belle Arti e poi diventò cittadino del mondo, anche oltreoceano; a 22 anni dipinse la sua prima Piazza, la cui ispirazione gli venne da Piazza Santa Croce a Firenze, chiamandola “L’Enigma di un pomeriggio” e dando così vita alla corrente Metafisica.

Le sue origini e il suo ampio bagaglio culturale determinarono la vena straordinaria e fantastica di una produzione artistica, durata ininterrottamente per ben ottantacinque anni.

A distanza di mezzo secolo dalla personale al Palazzo Reale di Milano, le sue sale si sono spalancate per una nuova prestigiosa e completa mostra, una retrospettiva straordinaria curata da Luca Massimo Barbero, promossa e prodotta da Comune di Milano-Cultura, da Palazzo Reale, da Marsilio e da Electa in collaborazione con la Fondazione Giorgio e Isa de Chirico e Barcor17.

La provenienza di questo incredibile patrimonio di opere di uno dei Maestri più significativi del Novecento si deve alla Tate Modern di Londra, al Metropolitan Museum di New York, al Centre Pompidou e al Musée d’Art di Parigi, alla Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea (GNAM) di Roma, alla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia, al The Menil Collection di Huston, al MAC USP di San Paolo in Brasile e alle Istituzioni milanesi, quali La Casa Museo Boschi Di Stefano, alla Pinacoteca di Brera, al Museo del Novecento e a Villa Necchi Campiglio.

La mostra è suddivisa in otto sale, dove le tele sono riunite per argomenti: autoritratti, piazze d’Italia, gladiatori, manichini, nudi, muse, argonauti, archeologi, cavalli. C’è anche il progetto dei Bagni misteriosi, uno dei suoi ultimi lavori, che si possono ammirare da poco restaurati nel Parco Sempione.

Nei capolavori di Giorgio De Chirico la realtà rappresenta un momento di vita, ma l’“antichità” vi è presente come un sogno e insieme un segno pregnante e simbolico.

www.dechiricomilano.it

Testo e foto Giovanna Dal Magro