Palazzo Reale Milano fino al 19 gennaio 2020
Giuseppe Maria Alberto Giorgio de Chirico nacque in Grecia nel 1888 da nobili genitori di origine italiana, visse e studiò ad Atene e successivamente da maestri privati imparò varie lingue e anche il linguaggio musicale.
A Monaco di Baviera e a Firenze De Chirico frequentò le rispettive Accademie di Belle Arti e poi diventò cittadino del mondo, anche oltreoceano; a 22 anni dipinse la sua prima Piazza, la cui ispirazione gli venne da Piazza Santa Croce a Firenze, chiamandola “L’Enigma di un pomeriggio” e dando così vita alla corrente Metafisica.
Le sue origini e il suo ampio bagaglio culturale determinarono la vena straordinaria e fantastica di una produzione artistica, durata ininterrottamente per ben ottantacinque anni.
A distanza di mezzo secolo dalla personale al Palazzo Reale di Milano, le sue sale si sono spalancate per una nuova prestigiosa e completa mostra, una retrospettiva straordinaria curata da Luca Massimo Barbero, promossa e prodotta da Comune di Milano-Cultura, da Palazzo Reale, da Marsilio e da Electa in collaborazione con la Fondazione Giorgio e Isa de Chirico e Barcor17.
La provenienza di questo incredibile patrimonio di opere di uno dei Maestri più significativi del Novecento si deve alla Tate Modern di Londra, al Metropolitan Museum di New York, al Centre Pompidou e al Musée d’Art di Parigi, alla Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea (GNAM) di Roma, alla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia, al The Menil Collection di Huston, al MAC USP di San Paolo in Brasile e alle Istituzioni milanesi, quali La Casa Museo Boschi Di Stefano, alla Pinacoteca di Brera, al Museo del Novecento e a Villa Necchi Campiglio.
La mostra è suddivisa in otto sale, dove le tele sono riunite per argomenti: autoritratti, piazze d’Italia, gladiatori, manichini, nudi, muse, argonauti, archeologi, cavalli. C’è anche il progetto dei Bagni misteriosi, uno dei suoi ultimi lavori, che si possono ammirare da poco restaurati nel Parco Sempione.
Nei capolavori di Giorgio De Chirico la realtà rappresenta un momento di vita, ma l’“antichità” vi è presente come un sogno e insieme un segno pregnante e simbolico.
Testo e foto Giovanna Dal Magro